Era da tempo che sognavo di concatenare le due più belle e rinomate vie di roccia di stampo classico sul Cervino e sulla Dent D’Herens e finalmente ci sono riuscito…
Da diversi mesi cercavo un obiettivo da condividere con Nadir Maguet e questa folle corsa sembrava fatta apposta per noi. Ci preparammo assieme tutta l’estate. L’obiettivo era quello di scambiarci le competenze: io avrei permesso al Mago di fare esperienza in montagna e lui mi avrebbe aiutato a migliorare le mie prestazioni aerobiche.

Il nostro piano  era elegante e molto impegnativo: partire dalla chiesa di Cervinia, scalare in “one push” la cresta di Furggen  al Cervino, scendere dalla cresta del Leone, portarci di corsa alla base delle cresta Albertini, salirla tutta fino in vetta alla Dent D’Herens, scendere dalla cresta Tiefenmatten fino ad arrivare a valle al rifugio Prarayer.

Finalmente a fine agosto riuscimmo a trovare il giorno perfetto: eravamo entrambi liberi e la meteo annunciava sole e caldo. Con noi in questa avventura Damiano Levati e Luca Rolli avevano il compito di documentare la nostra folle corsa con il sostegno di “Mordor” alias Michele Cazzanelli, mio cugino che gentilmente si è dato disponibile ad aiutarli.

Alle 02:15 esatte partimmo dalla chiesa di Cervinia, dentro ai nostri zaini avevamo tutto il nostro materiale perché volevamo essere totalmente autonomi. I primi 1.500 m.di dislivello fino al colle del Breuil per me furono un vero incendio, Nadir aveva un ritmo impressionante e per stargli dietro ho dovuto sputare sangue. Come se non bastasse fino a circa 3.000 m. c’erano le nuvole che oltre a non farci vedere ad un metro creavano un clima umidissimo che mi faceva faticare il triplo.

Fortunatamente alla base della Furggen ritrovai il mio ambiente naturale e da lì la mia giornata prese un’altra piega: ripresi le energie e la fiducia sui primi tiri della cresta, che avevo già percorso svariate volte. Arrivammo velocissimi agli strapiombi di Furggen, Ormai conosco questa via come le mie tasche e potrei scalarla ad occhi chiusi. Con le prime luci del giorno esattamente in 5 ore e 20 minuti  arrivammo in vetta al Cervino, In cima incontrai svariati amici e colleghi guide che ci spronavano e fu un momento splendido. Fatti i primi 2.500 m. bisognava scendere veloci in sicurezza e senza perdere tempo.
Arrivati in capanna Carrel prendemmo una coca e togliemmo la corda e poi giù tutto d’un fiato fino al rifugio Duca D’Abruzzi dove ci concedemmo una meritata colazione con torta e cappuccino. Finita la pausa ripartimmo spediti in direzione Albertini, sul sentiero faceva caldissimo e ci mettemmo a torso nudo.
Arrivati all’attacco prepariamo nuovamente il materiale, ci legammo e su! Stessa storia della Furggen, conosco l’Albertini come le mie tasche! Mi misi davanti e Mago dietro come un ciclista, seguiva senza fiatare. Raggiunto il colle delle Grandes Murailles a 4.000 incontrammo di nuovo Damiano, Luca e Michi. Ci scattarono un po’ di foto e ci fecero un tifo da stadio che ci diede coraggio per affrontare l’ultimo step, ovvero la parte finale della cresta est della Dent D’Herens.
Dopo 5 ore finalmente eravamo in vetta, il drone di Luca ci svolazzava attorno e io Mago ci abbracciavamo e saltavamo come due bocia. Avevamo appena scalato 4…m di dislivello ma eravamo ben consci che non era finita, ci aspettava ancora una discesa eterna in quello che viene definito il Tibet d’Europa. Riuscimmo a percorrere la cresta Tiefenmatten senza problemi e finalmente ci trovammo alla base del ghiacciaio dove potemmo slegarci. Da lì fu una vera impresa mentale, entrambi eravamo cotti ma non volevamo mollare, Mago aveva male ai piedi, io avevo le gambe ormai finite, sembravamo due zoppi che cercavano di correre con le gambe ingessate. A circa 20 minuti dal rifugio ci venne incontro Roby il mitico papà di Nadir. Fu lui a tirarci il passo per gli ultimi metri e stargli dietro vi assicuro che è stato faticosissimo! 

Alle ore 18:12 dopo esattamente 15 ore e 57 min e dopo aver percorso un dislivello positivo di 4300 m e 35 Km. Ci siamo accasciati davanti al rifugio Prarayer! Arrivarono subito le nostre fidanzate Alessia, Sharon e la mamma di Nadir che ci misero subito al tavolo con ogni ben di Dio a nostra disposizione e la festa poté cominciare. Mangiammo e bevemmo tantissimo, Patrizio e Chicca sono dei carissimi amici e ci trattarono come principi e a fine serata ci concessero il lusso di accompagnarci in fondo alla diga di Prarayer in macchina evitandoci 5 km in piano che sarebbero stati un duro colpo. 

In futuro spero di legarmi ancora col Mago, indipendentemente dall’obiettivo. Scalare con lui o semplicemente condividere un allenamento è sempre un enorme piacere. Da quest’avventura porto a casa tantissimo: in primis un bellissimo viaggio condiviso con un amico di sempre e poi la consapevolezza di poterci muovere velocemente su terreni difficili ed esposti che in futuro ci porteranno a spingere ancora un po’ più su l’asticella dei nostri traguardi.