Era da diverso tempo che sognavo di lasciare una firma sulla parete sud del Monte Bianco, ma onestamente non avevo ben chiaro né come né dove. Anzi, ad essere sincero, non era neanche un obiettivo che avevo per l’estate 2020. Ma a volte arrivano occasioni irripetibili e bisogna prenderle al volo.
Il lato sud del Monte Bianco mi ha sempre fatto vivere emozioni uniche, avere avuto la possibilità di aprirci una via in compagnia di due cari amici è stata una grande soddisfazione.

Francesco ed io, di ritorno da un allenamento sul Pic Adolphe Rey, riceviamo una telefonata di Matteo Della Bordella: “Ciao François, siete liberi per aprire con me una via al Pilastro Rosso?”
Sono bastate queste semplici parole per far partire una grande avventura.
Avevo già scalato due volte sul Pilastro Rosso nel 2010 e nel 2011. Assieme a Marco Farina avevo ripetuto *Les Anneaux Magiques* e la *Diretta Gabarrou-Long*.

Il 30 giugno partiamo per la nostra avventura: il primo giorno abbiamo programmato di dormire al rifugio Monzino dove ci aspetta con una stupenda accoglienza il nostro caro amico Mauro. Durante tutte le notti trascorse al Monzino Mauro si è preso cura di noi con un’accoglienza a 5 stelle!!
Matteo era appena stato a ripetere la Direttissima Gabarrou-Long e oltre ad aver notato la linea, aveva ben chiara la tattica e la logistica.
La sveglia suona alle tre e mezza, colazione veloce e partenza verso il pilastro. Nonostante gli zaini pesanti riusciamo a salire veloci e con l’arrivo del sole attacchiamo a scalare.
Ci giochiamo i primi tiri e la sorte vuole che tocchi a me aprire le danze. Si parte subito con una bella placca compatta di granito grigio. Mi devo impegnare subito a fondo per venirne fuori e raggiungere la base dell’evidente diedro dove alla base faccio sosta.
Il tiro dopo tocca a Matteo. Si comincia nell’evidente diedro per poi buttarsi in un bel muro di granito rosso tutto da scalare.
Il terzo tiro è di Francesco, che se la sbriga velocemente apprendo una lunghezza di trasferimento sempre su roccia stupenda.
Sul quarto tiro è nuovamente il mio turno e per superare un muro verticale molto compatto devo ingegnarmi alla“Piola”. Superato il muro verticale arrivo facilmente ad una grossa cengia orizzontale che sarà la nostra casa per la notte.
Alzando la testa dalla cengia su cui ci troviamo, tutti e tre capiamo di essere davanti alla sezione chiave.
Tocca nuovamente a Matteo che parte motivatissimo. Un primo blocco lo impegna parecchio ma lo risolve velocemente e guadagna una fessura ad arco stupenda. Al termine della fessura le cose cambiano e inizia un muro verticale compattissimo.
Matteo parte agguerrito e dopo diversi tentativi e svariati voli, riesce a venire a capo della sezione chiave arrivando a fare sosta alla base di un bellissimo diedro. Io e Francesco restiamo di stucco nel vedere Matteo ingaggiarsi nell’apertura di questa lunghezza dove dimostra veramente un livello eccezionale ed una grinta fuori dal comune. Chapeau!!
Il sole è ormai tramontato ed inizia a fare freddo, Matteo ci propone di seguirlo e aprire ancora un tiro. Tocca a Francesco, ci consultiamo e la cosa migliore è quella di dividerci.
Francesco avrebbe raggiunto Matteo per aprire il tiro seguente invece io avrei preparo la nostra suite per il bivacco.
Francesco, con una grande forza di volontà, apre una lunghezza strepitosa che parte in un diedro per poi ributtarsi in un mare di granito rosso con dei knob giganteschi. Con questo tiro abbiamo aperto 6 lunghezze ed iniziamo ad intravedere la strada verso la vetta.
Alle 19:00 siamo tutti e tre nei nostri sacchi a pelo che ci gustiamo una calda e meritata cenetta.
Il giorno seguente alle 6 siamo in piedi ma la meteo non è delle migliori e siamo avvolti dalle nuvole. Facciamo il punto e decidiamo di provare ugualmente a finire la via.
Risaliamo velocemente le corde fissate il giorno prima fino a raggiunger l’apice del 6 tiro dove sarebbe toccato a me aprire le danze. Arrivati tutti e tre in sosta incredibilmente il sole buca le nuvole regalandoci un po’ di calore che scalda le ossa per ricominciare a scalare.
Settimo tiro, parto deciso e concentrato: la prima parte segue una splendida fessura di mano che muore sotto un muro di roccia rossa molto liscio e compatto. Piazzo uno spit così da collegarmi ad una altra fessura che mi porta ad una terrazza dove faccio sosta.
Il tempo inizia nuovamente a guastarsi ma ormai manca solo un tiro! Tocca a Matteo che parte velocissimo. Per qualche metro segue la fessura dell’ultimo tiro de *Les Anneaux Magiques* poi arrivato alla base di un grande tetto Matteo si sposta verso destra e lo supera. All’uscita del tetto affronta ancora un passo in placca delicato che finalmente ci porta a raggiungere una facile fessura che ci conduce in vetta al pilastro.
Io e Francesco raggiungiamo Matteo in vetta e ci abbracciamo. Inizia a nevischiare ma non ci preoccupiamo: è un momento fantastico e siamo tutti e tre contentissimi.
Verso le 11 iniziamo la discesa e senza problemi in circa 4 ore raggiungiamo il rifugio Monzino dove Mauro ci prepara una pasta strepitosa e ci stappa una meritata birra. Con la pancia piena iniziamo a pensare come chiamare la nostra via. Quasi come una cantilena in parete tiro dopo tiro ci ripetevamo “Ici c’est Incroyable” quindi ci è venuto naturale chiamare la via Incroyable, nonostante le premesse di Matteo fossero quelle di non dare un nome francese alla via :-))).
Lasciamo quasi tutto il nostro materiale al Monzino perché la nostra avventura non è finita: ci tocca ancora liberare la nostra bella creazione.

Il 7 luglio 2020 saliamo nuovamente a dormire al Monzino: questa volta con noi c’è anche Isaie Maquignaz, un caro amico e guida del Cervino. Io e Francesco saliamo al mattino presto per fare una ricognizione all’Aguille Noire per un altro progetto che abbiamo in mente, Matteo e Isa ci raggiungono al rifugio per cena.
La mattina dopo partiamo alle 5.00 con l’obiettivo di ripetere Incroyable arrampicando in libera tutti i tiri.
Matteo ha studiato la tattica nei minimi dettagli, il piano è semplice: per liberare la via tutti i tiri devono esser scalati senza appendersi da primi di cordata da un membro del team.
Matteo e Isa si occuperanno del 5 tiro, il più duro e ostico da liberare invece io e Francesco ci saremmo occupati degli altri.
Arriviamo alla base del pilastro e tocca a me attaccare il primo tiro. Dopo un paio di cadute sui primi metri capisco come risolvere il passaggio e riesco a scalare pulito tutto il tiro che valuto come un solido 7a.
Fino al 6 tiro riusciamo a scalare tutti i tiri al primo colpo (tranne ovviamente il 5 che lasciamo a Matteo e Isa).
Il 6 tiro tocca a Francesco che sale una prima volta per studiare i movimenti per poi scendere di nuovo e riprovare. Nel frattempo sotto di noi, Matteo e Isa iniziano a provare il tiro. Francesco al secondo giro libera il tiro che valuta 7b e da lì procediamo spediti, riuscendo a libera gli ultimi due tiri al primo colpo che valutiamo entrambi 7a.
Iniziamo a scendere e appena incrociamo i nostri compagni Matteo ci comunica che è riuscito a liberare il 5 tiro che valuta 8a. Siamo tutti e 4 esaltati: abbiamo firmato uno dei più bei pilastri del Monte Bianco con una linea stupenda e con difficoltà sostenute.
La discesa non ci crea problemi e arriviamo al Monzino dove Mauro ci apre un paio di birre per festeggiare. Dopo una breve pausa, ripartiamo e la sera siamo a mangiare una meritata pizza assieme al mio caro Amico Arnaud Clavel.

Questa avventura è stata un’esperienza straordinaria! Ci tengo a ringraziare Matteo per averci coinvolti in questo splendido progetto dove il nostro team ha funzionato alla perfezione. Spero vivamente che in futuro ci sarà l’opportunità di legarci ancora tutti e tre assieme per un nuovo stimolante progetto!!