Un sogno che si realizza un’avventura incredibile vissuta sopra i cieli di casa! Ci sono voluti ben tre tentativi, dal 2017 fino ad oggi, per realizzare questo progetto, ma alla fine costanza e tenacia ci hanno premiato.
Dal 20 al 23 gennaio 2020 Francesco Ratti ed io, abbiamo concatenato la lunga cresta continua che unisce alcuni dei principali massicci montuosi della Valtournenche. La nostra idea era di partire dal rifugio Theodulo attraversare la catena del Furggen, il Cervino (salendo la via Piacenza), le Grandes Murailles e le Petites Murailles; e di affrontare questa infinità cresta il più veloce possibile e nella stagione più fredda.
Rispetto ai tentativi precedenti abbiamo deciso di cambiare itinerario sul Cervino, preferendo la via Piacenza rispetto agli Strapiombi del Furggen e abbiamo deciso di saltare la vetta della Dent D’Herens che non confina con il comune di Valtournenche.
Rispetto agli altri tentativi abbiamo aspettato con pazienza le giornate più fredde dell’inverno per avere la certezza che la neve sarebbe stata stabile per tutto il percorso.
La cresta, di dimensioni Himalayane, è visibile dalla conca del Breuil, dove affascina e stupisce le migliaia di persone che frequentano Cervinia. E comprende in totale 20 vette: la più alta, è quella del Cervino con i suoi 4478 m mentre la meno elevata è quella del Mont Blanc du Créton 3406 m. Per le sue dimensioni, per le altezze e per i suoi passaggi vertiginosi, la cresta è sicuramente una delle più spettacolari delle Alpi. Basti pensare, che in totale misura circa 51 km di cresta ininterrotta con 4800 m di dislivello positivo.
Partiamo il 20 gennaio dal rifugio Theodulo con una temperatura di -23 gradi e raggiungiamo il bivacco Bossi attraversando completamente la cresta del Furggen che comprende 4 vette: il Corno del Theodulo (3469 m), la Cima del Breuil (3462 m), il Furggen (3492 m) e la Cima della Forca (3349 m). Proseguiamo sulla cresta del Furggen fino alla spalla di Furggen per poi deviare sulla via Piacenza.
Sulla Piacenza ci troviamo ad affrontare alcune lunghezze non banali che ci impegnano parecchio. Finalmente alle 16.00 in punto siamo in vetta al Cervino (4478 m). Da qui discendiamo per la cresta del Leone e pernottiamo alla Capanna Carrel (3830 m) raggiunta alle 17.30 in punto. Nella serata si alzerà il vento forte che ci accompagnerà per tutta la notte.
Una prima giornata perfetta dove abbiamo scalato benissimo: veloci e precisi come volevamo!
Alle 4 suona la sveglia e alle 6 ripartiamo!
Il secondo giorno scendiamo fino al Colle del Leone, e attraversiamo il traverso del Leone fino al Colle del Breuil. Da qui scaliamo in sequenza: Punta Maria Cristina (3708 m), Punta Maquignaz (3841 m), Punta Carrel (3841 m), Punta Bianca (3918 m).
Finalmente alle 17.30 raggiungiamo il bivacco Perelli (3831 m) che però è completamente invaso di neve. Lo ripuliamo e isoliamo la porta con svariate coperte per impedire al vento di penetrare. Dentro il bivacco, la temperatura è gelida attorno ai -20°, facciamo acqua mangiamo e ci imbustiamo subito nei sacchi a pelo.
Questa giornata nel complesso è stata veramente dura le cose già dall’inizio non sono andate come avevamo previsto. Sulla Punta Bianca le condizioni erano pessime, la neve ci arrivava alla vita; mentre sul pendio per uscire al colle delle Grandes Murailles i 50 m di ghiaccio nero, ci hanno fatto letteralmente vedere le stelle.
Terzo giorno. Alle 4 suona nuovamente la sveglia ma perdiamo volontariamente tempo, fuori il vento tira forte e la temperatura è fissa sui – 20°. Alle 6 decidiamo di partire. Ci aspetta una lunga giornata dobbiamo arrivare al bivacco Paoluccio!
Cominciamo con le Punte Margherite (3905 m), poi la Cors (3849 m) e finalmente arriviamo al bivacco Ratti.
Qui ci concediamo una piccola pausa per un pezzo di pane e un salamino.
Ripartiamo, attraversiamo la punta Ester che come l’anno prima ci fa penare con neve fino alla vita. Finalmente siamo alla Lioy (3816 m), la punta dove ci siamo fermati nell’ultimo tentativo. Ci guardiamo e senza pensarci troppo lanciamo le corde per la prima doppia e cosi entriamo nella fossa dei leoni.
“La fossa dei leoni” è così che abbiamo soprannominato il baratro che separa la Lioy dai Jumeaux. In questo esile colletto l’ambiente è veramente tetro e opprimente e le prospettive vengono totalmente capovolte ed è difficile valutare il passo seguente.
Arrivati al colletto, iniziamo a salire i Jumeaux. La neve è perfetta e il freddo blocca in maniera impeccabile la roccia purtroppo poco solida. Dopo 4 tiri finalmente arriviamo sulla punta Giordano (3872 m) ma li non è finita.
La cresta è affilatissima e per arrivare al colletto tra le due putte abbiamo attrezzato due doppie. A questo punto con due tiri molto aerei arriviamo sulla punta Sella 3872 m. Sono le 17 e finalmente vediamo che la cresta davanti a noi inizia a scendere e ci rendiamo conto che adesso siamo veramente vicini a realizzare il nostro sogno!Non c’è tempo da perdere, il bivacco è ancora lontano.
Ripartiamo spediti ma, dopo poco, il buio ci avvolge, la cresta è affilatissima e con la luce delle frontali ci sembra tutto ancora più ripido.
Alle 20 finalmente apriamo la porta del Bivacco siamo stanchi ma ormai sentiamo che domani ci sono buone chance di arrivare a valle. Entrati nel bivacco, ci sembra un altro mondo, le temperature si sono alzate e il Paoluccio a differenza del Perelli è asciutto e senza neve. Da valle ci arriva un messaggio da Damiano che la meteo sta cambiando e quindi non possiamo rilassarci. Alle 21 siamo nel sacco a pelo e puntiamo la sveglia alle 5 domani dovremo a tutti i costi arrivare a valle perché il 24 la meteo cambierà.
Quarto giorno. 23 gennaio 2020, ore 5 del mattino la sveglia suona presto per il 4 giorno consecutivo. Questa volta fa meno freddo e ci attiviamo più rapidamente. Alle 7 siamo fuori e alle 7.30 spegniamo le frontali. Sulle Petites Murailles la neve è perfetta e la temperatura è piacevole. In 3 ore siamo in vetta al Mont Blanc du Creton (3406 m). Cambiamo versante e scendiamo dentro uno stretto canale sul versante nord poi con due doppie raggiungiamo il traverso che ci riporterà a sud. Un tiro lungo ed è fatta: vediamo il bivacco Florio. Ci sleghiamo togliamo il casco e raggiungiamo il col Des Dames. Da lì iniziamo la picchiata nel Vallone di Vofrède. La neve è perfetta e scendiamo velocemente. Arrivati nell’anfiteatro delle cascate, vediamo molta cordata scalare. Sul Camello riconosco i miei due cugini Teto Stradelli e Michele Cazzanelli che ci sono venuti incontro e hanno approfittato per fare una picozzata. Li chiamo e loro ci salutano, buttano le doppie e ci raggiungono con gli sci. Ormai siamo a valle e ci viene incontro Nicola Corradi assieme allo staff dell’heliski con due bottiglie di prosecco! Arrivano anche Dominique, la moglie di Francesco, Damiano Levati e Daniele Molineris. Apriamo le bottiglie e con due colate siamo subito brilli. Sono le 12:30 e decidiamo di andare a mangiare una pizza da Lucio Trucco. Ci accoglie Giuliano Trucco (padre di Lucio) che ci trova subito un tavolo! Ordino due pizze e brindiamo al nostro viaggio è un momento bellissimo!
Mettersi in gioco per provare a superare i propri limiti è uno dei punti fondamentali del nostro alpinismo. Cercare di concatenare un gran numero di vette il più velocemente possibile nella stagione più fredda è una grande sfida. Questo progetto è un passo in avanti importante nel nostro alpinismo. Ci ha fatto capire che possiamo spingerci ancora un po’ oltre e che la determinazione non ci manca!
Ci tengo a ringraziare particolarmente il mio socio Francesco, tutta la mia famiglia e la mia fidanzata Alessia. Un ringraziamento speciale va a tutti gli amici che ci hanno sostenuto e hanno tifato per noi. Un ringraziamento speciale va a Damiano Levati e Teto Stradelli che ci hanno motivato, sostenuto sempre e controllato con il binocolo!
Ringrazio tutti i miei sponsor e in particolar modo Salewa che ha sostenuto sin dall’inizio questo progetto.
La Storia
La prima attraversata completa Grandes e Petites Murailles è stata compiuta da Alfredo Perino con le Guide Alpine Luigi Carrel “Carrellino” e Marcello Carrel il 2-3-4 agosto 1940. Questa cordata effettuò due bivacchi: uno al colle delle Grandes Murailles e l’altro al col Budden. Il primo concatenamento del Cervino e delle Grandes Murailles è stato compiuto dalle guide Ferdinando Gaspard e Bruno Bich assieme alla signora Carla Durando di Biella il 7-8 agosto 1947. Questa straordinaria cordata compì l’intero percorso con solo due bivacchi (all’epoca non era presente alcuna struttura sulla cresta). Partiti dal rifugio dell’Hornli, (dove è stato loro vietato di entrare, hanno bivaccato all’esterno, perché in Italia era l’anno dell’epidemia dell’afta epizootica) raggiunsero la vetta del Cervino alle sei del mattino per poi proseguire e bivaccare al colle delle Grandes Murailles. La sera le due guide raggiunsero la vetta della Dent D’Heren (senza la signora Durando che li aspettò al colle) per poi rientrare al colle e bivaccare. L’indomani ripartirono e arrivarono allo Chateau des Dames, dove bivaccarono nuovamente per poi ridiscendere a valle il giorno seguente. Nel dicembre del 1985 Valter Cazzanelli (padre di François) e Marco Barmasse compiono la prima attraversata invernale delle Grandes e Petites Murailles. Purtroppo a causa delle condizioni poco favorevoli dovettero rinunciare sin dalla partenza alle vette del Cervino e della Dent D’Herens. Il 16 agosto 2018 François Cazzanelli e Kilian Jornet Burgada hanno compiuto la prima attraversata Grandes e Petites Murailles in giornata. I due alpinisti sono partiti e ritornati a Cervinia in 10 ore e 59 minuti compiendo un giro ad anello di 23 km con 3300 mt di dislivello.
20, 21, 22, 23 gennaio 2020 Cazzanelli François e Francesco Ratti compiono il primo concatenamento invernale: catena del Furggen, Cervino (via Piacenza 2 salita invernale), Grandes Murailles e Petites Murailles scalando in 4 giorni 51 km di cresta con 4800 mt di dislivello.