Dopo il terremoto del 2015 che ha sconvolto il Nepal e distrutto completamente il villaggio di Langtang, ero curioso di ripartire e visitare questa valle. Sinceramente non avevo idea di cosa mi sarei trovato davanti né cosa aspettarmi. Ero contento e motivato di ripartire assieme a Emrik e Giampaolo, in più durante il mese di settembre sono riuscito a fare alcune salite molto impegnative che progettavo da parecchio tempo e ho potuto constatare che ero in gran forma.

Il 30 settembre voliamo verso Kathmandu. Fortunatamente siamo velocissimi nel preparare il nostro materiale e dopo un solo giorno di stop nella capitale nepalese siamo già in viaggio verso Syabru Besi dove ha inizio il nostro trekking. Non amo le lunghe soste a Kathmandu nonostante sia un città unica e magica. A lungo andare il suo caos, il traffico e lo smog mi innervosiscono e preferisco rifugiarmi tra le montagne.

Il nostro viaggio in bus passa liscio e senza intoppi e dopo 9 ore di camel trophy sulle strade nepalesi arriviamo a destinazione. Syabru Besi è un piccolo villaggio dove si vedono ancora parecchio i segni del terremoto. Nonostante ciò la gente non si ferma mai e, come accadeva una volta nelle nostre valli, tutti gli abitanti del villaggio ricostruiscono casa dopo casa partendo da chi ha più bisogno.

Il giorno dopo è il momento di partire, ma prima c’è ancora una cosa da fare. In collaborazione con le scuole di sci di Champoluc e Courmayeur abbiamo organizzato una raccolta di vestiti da distribuire alle popolazioni locali. La nostra idea era quella di distribuirne una parte a Sangrubesi e l’altra nel villaggio di Langtang. Grazie all’aiuto della proprietaria del lodge dove abbiamo dormito, distribuiamo una parte di vestiti alle famiglie più bisognose.
Finito con il nostro compito ci siamo incamminati verso le montagne. La valle del Langtang è stupenda ed in pochi giorni è possibile vedere una buona parte di ciò che il Nepal può offrire.
Si passa dalla giungla con scimmie, api giganti e torrenti impetuosi ai villaggi di montagna con Yak, cavalli selvaggi e asinelli.

Dopo due giorni di trekking finalmente arriviamo a Langtang. Per me e Giampi è un momento particolare, tanti ricordi ritornano alla mente ed è difficile spiegare cosa si prova. Superata la gigantesca frana, ci fermiamo davanti al monumento che ricorda le vittime del terremoto. Il villaggio lentamente sta rinascendo a monte della frana, sui detriti non c’è più nulla. Chi è rimasto ha ripulito tutto. La cosa che più mi ha colpito è che sul lato opposto della valle c’è ancora del ghiaccio che ormai è diventato duro e nero come quello che si trova sul fondo dei crepacci. Questo mi fa riflettere parecchio sulla forza devastante che ha colpito questo villaggio.

La frana che ha colpito e distrutto il villaggio di Lantang

Nel pomeriggio per schiarisci le idee andiamo a fare una corsa e subito la pace e la magia di questa valle ci ridanno la giusta armonia.
Prima di cena organizziamo la seconda distribuzione di vestiti. Qui la situazione è più complicata, la gente di questa zona ha perso tutto, le persone cercano di prendere più vestiti possibili e la nostra paura è che qualcuno rimanga senza niente. Fortunatamente facendo le cose con calma riusciamo fare un po’ di ordine e a distribuire a tutti almeno un capo.

Qui ho incontrato un signore che avevamo aiutato durate la nostra operazione di soccorso, lui mi ha riconosciuto al volo e io ho subito capito chi era perché indossava il mio primaloft Montura rosso e nero con la scritta esercito. Mi ha subito invitato nella sua nuova casa dove assieme alla sua famiglia abbiamo bevuto un tè e mi ha raccontato come ha ricostruito il suo lodge e riorganizzato la sua vita dopo il terremoto.

Il giorno seguente il tempo è orribile e piove forte anche in alta quota. I nostri porter sono partiti alle cinque di mattina per iniziare la tappa più impegnativa: raggiungere il campo base….to be continued….