“Marco hai preparato i bidoni”….”Si, tu hai organizzato il cargo? Che ne pensi, la settimana prossima iniziamo ad allenarci in quota? Giro lungo con le pelli sul Rosa o Goulotte sul Bianco? “….. ” Cargo quasi a posto, per la settimana prossima ok, decidiamo in base alle condizioni! Ormai manca poco dobbiamo preparare tutto e concentrarci sugli allenamenti “….
Ormai non è più un segreto il primo aprile sarò di nuovo in partenza… Per dove? Ovviamente verso l’Himalaya destinazione Nepal. Questa volta il nostro obiettivo è l’inviolata parete nord del Chamlang 7319 mt.. L’idea è quella di affrontare la parete in stile alpino con un piccolo team (massimo tre scalatori). Questa volta come me ci sarà il mio socio di mille scalate (e non solo) Marco Farina e poi si vedrà. Entrambi siamo concentrati e motivati pronti ad affrontare questa nuova sfida.
Il Chamlang è una montagna poco conosciuta e si trova a 10 km di distanza dal Makalu nella Hongu Valley. Nella lingua locale quando si usa la parola Chamlang si intende lo sbatter d’ali di un grosso uccello; infatti una leggenda narra che le bianche pareti di questa montagna proteggono le popolazioni locali dall’attacco di un enorme mostro che ha le sembianze di un grosso uccello bianco. Questa montagna nonostante non sia tra le più famose e conosciute al mondo è stata scalata diverse volte da grandi nomi dell’alpinismo Himalayano. Il Chamlang infatti era già stato notato nel 1954 da Sir Edmund Hillary ( primo uomo al mondo assieme allo Sherpa Tenzing Norgay a raggiungere la vetta dell’Everest ) che già allora rimase colpito dalle sue enormi difficoltà tecniche. La vetta fu raggiunta per la prima volta nel 1962 dal versante ovest da una gigantesca spedizione Giapponese guidata dal Dr. Seiki Nakanonel e finanziata dalla Hokkaido University. Questo team per scalare la montagna affrontò ben 4 mesi di Spedizione partendo dall’India e attraversando tutto il Nepal a piedi. La spedizione che aveva anche uno scopo scientifico, durante il trekking di rientro esaminò, nel villaggio di Pangboche, alcuni reperti che si pensava appartenessero al leggendario Yeti, l’uomo delle nevi. Dopo alcuni esami però gli scienziati concordarono che i resti esaminati non erano altro che della pelle di scimmia e i resti mummificati di una mano appartenente ad una donna Mongola.
La catena del Chamlang ha tre vette ben distinte: la vetta occidentale 7319 mt, quella centrale 7180 mt e quella orientale 7235 mt. Le tre vette sono collegate tra loro da un lunga cresta lunga circa 6 km. Il 16 maggio 1984 una cordata guidata da Jean Afanassieff e composta da Doug Scott, Michael Scott, e Ang Phurba (Shepa) realizzò un grande impresa effettuando la prima traversata di tutte e tre le cime del Chamlang. Così facendo i 4 alpinisti si assicurarono anche la prima salita ufficiale della vetta Orientale e Occidentale. Recentemente, il 19 ottobre 2015, gli alpinisti baschi Alberto Iñurrategi, Juan Vallejo e Mikel Zabalza, hanno messo a segno un grande exploit ripetendo in stile alpino la via giapponese del 1986. Sono arrivati in vetta al Chamlang e rientrati al campo base con un solo bivacco a 6600 metri di quota. Dopo questi brevi cenni storici nei quali spiccano grandi nomi dell’alpinismo si può comprendere l’importanza ed il valore di questa nuova sfida.
L’obiettivo
Il nostro obiettivo è quello di tentare la scalata di questa bellissima parete himalayana in Stile Alpino. Le difficoltà da affrontare saranno molteplici e riguarderanno non solo gli aspetti tecnici e di acclimatamento connessi ad una prima ascensione in Stile Alpino ad alta quota, ma anche tutti gli aspetti organizzativi e logistici della Spedizione;infatti la montagna si trova in una zona fuori dalle classiche rotte commerciali. Bisognerà cercare, oltre alla migliore e più sicura via di salita, la zona più idonea dove allestire il Campo Base e il migliore itinerario per avvicinarsi alla montagna. La Spedizione avrà una durata di circa 45 giorni. Per la fase di acclimatamento si utilizzeranno i numerosi colli e vette adiacenti alla zona in cui si pensa di installare il Campo Base, sui quali è possibile raggiungere abbastanza agevolmente i 6000 mt. di quota.
Perché in Nepal ?
La scelta di tornare in Nepal non è casuale. Questo magico paese negli ultimi anni mi ha dato molto ed è arrivato il momento di contraccambiare. Siamo fortemente convinti che dopo il tremendo terremoto della scorsa primavera, che ha provocato enormi danni in tutto il Paese, sia fondamentale per il bene delle popolazioni locali far ripartire il più velocemente possibile il turismo, fondato sulle Spedizioni e i Trekking. Da quest’anno infatti io e miei compagni di spedizione collaboremo in maniera attiva con la Onlus Valdostana Sanonani (www.sanonani.house)
L’idea è quella di promuovere le attività della Sanonani Onlus e di dedicare un po’ del nostro tempo, sia prima che dopo la Spedizione, ai bambini che verranno accolti nella casa famiglia attualmente in ristrutturazione nel villaggio di Bu- dhanilkantha Naranthan, immerso nel verde, a circa 20 minuti di macchina dal centro di Kathmandu.
Ringrazio tutti i miei sponsor che ancora una volta mi sostengono!!
…to be continued…