“L’avventura per me è l’ignoto, il partire senza avere la certezza di riuscire a fare quella determinata salita. Preparazione e allenamento sono le premesse indispensabili per fare una certa via; però io la sogno, la concepisco e poi mi misuro con la natura”

Renato Casarotto ” Una Vita Tra Le Montagne”

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Questa frase scritta dal grande Renato Casarotto e presa dal libro di Goretta Traverso “Una Vita Tra Le Montagne” la voglio dedicare al mio caro amico Nicolò che dopo un estate di scalate e allenamenti è riuscito a portarsi a casa la sua prima via sulla parete sud del Cervino.

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Era da un po’ di tempo che volevo curiosare questo angolo del Cervino, così in questo pazzo mese di Novembre con clima estivo, ho deciso di provarci. Il team è presto fatto: io, Marco Farina ( il mio socio storico per le scalate sulla Becca) e Nicolò Bongiorno alla sua prima esperienza fuori dalle vie classiche sul Cervino.

Ne è uscita  l’ennesima avventura su questa magica montagna a cui sono particolarmente legato. Il nostro piano era quello di salire questa via, che solca la parte sinistro delle Scudo del Pic Tyndall, per poi uscire e percorrere una parte della cresta “De Amicis” fino al cengione chiamato “Cravatta” dal quale ci saremmo ricongiunti alla Cresta del Leone per poi scendere.

Siamo partiti alle 5.30 del mattino dal rifugio Oriondè e ci sono volute ben 19 ore no stop per ritornarci. Stupenda via in un ambiente fantastico  ma altrettanto severo, quando si esce dalla vie classiche sul Cervino nulla è scontato ne regalato. Ne approfitto per fare i complimenti al mio caro amico e collega Patrick Poletto e ad Hervé Barmasse per aver aperto questa via il 14 Agosto del 2000 ed averla dedicata alla famosa Guida Alpina del Società Guide del Cervino Innocenzo Menabreaz.

RELAZIONE TECNICA

1° salita : Hervé Barmasse e Patrick il 14 agosto del 2000

Ripetitori : Nicolò Bongiorno, François Cazzanelli e Marco Farina il 14 novembre 2015

220 mt 6a obbligatorio

Attrezzatura : un set completo di friends BD fino al #2 doppiando le misure medie qualche chiodo, fettucce rinvii corde da 50mt. Piccozza e ramponi per l’avvicinamento.

Avvicinamento : Dal rifugio Duca Degli Abruzzi seguire la Cresta De Amicis, 50 mt prima del passaggio Gianotti prendere l’evidente cengia verso destra che porta al centro dello Scudo, seguirla fino in fondo sino a trovare uno spit che segna l’inizio della via.

1° L ( 50 tm 5+ )
Seguire la linea verticale spostandosi leggermente sulla sinistra puntando un diedro con tettino, una volta superato, raggiungere una piccola cengia e attraversando verso destra si raggiunge la sosta.
( 2 spit )

2° L ( 45 mt 6a )
Puntare ad un chiodo sopra la sosta, rinviarlo e spostarsi a destra, alzarsi per una facile rampa per poi riattraversarla a sinistra puntando l’evidente diedro fessurato. Salire il diedro fino a raggiungere un tettino che si supera sulla destra e dopo pochi metri si raggiunge la sosta.(2 spit)

3° L ( 30 mt 6a )
Salire in verticale nell’evidente fessura puntando ad un chiodo, superato un tratto verticale si prosegue obliquando leggermente verso sinistra su roccia rotta ma solida fino a raggiungere la
sosta. ( 2 spit )

4°L ( 30 mt 5+ )
Dalla sosta attraversare a sinistra puntando a due evidenti diedri ( uno spit ). Salire il secondo diedro e all’uscita attraversare a destra puntando una placca facile con uno spit dove si sosta, OCCHIO AGLI ATTRITI quindi allungare bene le protezioni. ( sosta con due chiodi a lama da integrare e su uno spit non di ottima qualità )

5° L ( 15 m 6a )
Salire nell’evidente diedro di roccia friabile fino a raggiungere un buono chiodo con moschettone (rinforzabile con un buon friend BD #1) . Calarsi di alcuni metri e pendolare leggermente verso destra, superare quindi un piccolo strapiombo di roccia friabile fino a raggiungere uno spit, (qui la roccia migliora nettamente) salire ancora qualche metro e raggiungere la sosta. ( 2 spit )

6° L ( 50 m 6a )
Dalla sosta salire l’evidente fessura – camino sulla destra che forma un piccolo pilastro. Dalla cima del pilastro puntare al grande diedro-camino sulla sinistra salendo prima verticalmente sulla placca ( passaggio esposto ) per poi attraversare a sinistra ( ATTENZIONE SULLA DESTRA IN ALTO SI VEDE UN CHIODO NON RAGGIUNGERLO ). Salire il diedro fino a raggiungere un tettino con fessura da superare sulla sinistra( ATTENZIONE PASSAGGIO SOVENTE BAGNATO O GHIACCIATO).
Superato il tetto salire la facile fessura fino a raggiungere la cengia con con l’ultima sosta. ( 2 spit )

Da qui salire per circa 10-15 m su blocchi rotti ma facili fino a raggiungere la cresta De Amicis

Per la discesa vi sono due possibilità :
Discesa in doppia lungo la via, con 5 doppie aeree si raggiunge la cengia posta a metà dello scudo. Attraversarla fino a prendere la cresta De Amicis per poi ridiscenderla. Attenzione sulla prima e la seconda doppia è facile incastrare le corde.
Noi all’uscita della via abbiamo raggiunto la cresta De Amicis, risalendola fino al passaggio Cretier. Da qui abbiamo attraversato sulla grossa cengia chiamata Cravatta fino a raggiungere la cresta Del Leone, per poi ridiscenderla fino al rifugio Duca Degli Abruzzi. Se si optato per questa soluzione bisogna scalare caricandosi nello zaino picca, ramponi e scarponi.

Relazione Cazzanelli François