In queste stupende giornate autunnali non poteva mancare una puntatina rapida sulla Gran Becca. Ieri con il mio amico Roger Bovard abbiamo ripetuto in giornata la cresta De Amicis sulla parete sud del Cervino. Bellissima cresta in un ambiente unico e selvaggio, la consiglio vivamente a chiunque voglia misurarsi con qualcosa di più ricercato e diverso sul Cervino.
Complimenti al mio socio che ha raggiunto per la prima volta la vetta della Gran Becca e per un itinerario per nulla scontato!
RELAZIONE TECNICA
Prima salita :
La prima ascensione integrale della cresta viene attribuita alla cordata guidata da Amilcare Cretier con B. Olietti e Ant. Gaspard il 7-7-1933. Purtroppo però i tre alpinisti persero la vita in discesa, a causa del brutto tempo sul passaggio ormai conosciuto come la “placca Cretier” nella zona del“Mauvais Pas” sulla cresta del Leone la via normale dal lato Italiano del Cervino.
Difficoltà : D / 5+ max
Dislivello: dal Rifugio Duca degli Abruzzi fino al Pic Tyndall sono 1439 m di dislivello positivo, se invece si vuole proseguire per la cresta del Leone fino in vetta al Cervino sono 1676 m.
Tempi di percorrenza 7 – 8 ore.
Materiale : una corda da 45 mt, 5 rinvii,fettucce varie, una serie di friend dal #0.2 al #2, martello, qualche chiodo, piccozza e ramponi.
Relazione :
Dal rifugio Duca Degli Abruzzi prendere il sentiero che porta all’attacco della cresta del Leone, appena prima del canale Whymper piegare a destra ( tracce di sentiero e ometti ) fino a raggiungere il ghiacciaio Superiore del Cervino. Da qui attraversare il ghiacciaio al centro puntando ad una zona di rocce più chiare ( tenersi a monte dei grossi crepacci a metà del ghiacciaio ), giunti a questo punto abbandonare il ghiacciaio e iniziare a salire su rocce rotte facili puntando sempre verso sinistra fino a raggiungere il centro del grosso sperone ( si può anche salire partendo direttamente dalla base dello sperone evitando il ghiacciaio ma questo tragitto a mio avviso è più laborioso e scomodo del precedente ). Adesso puntare l’evidente colletto a quota 3558 mt e portarsi sul filo di cresta risalendo un canale. Tenere il filo di cresta e superare un primo risalto attraversando a sinistra su neve per poi prendere una facile fessura di 3 grado. Rimanere sempre in cresta e puntando ad un evidente diedro ( Passaggio Gianotti ) superare alcuni facili risalti su bella roccia. Giunti alla base del diedro del passaggio Gianotti (chiodo con cordone) salire per alcuni metri al centro del diedro fino a raggiungere una piccola piazzola, da qui spostarsi a sinistra in placca e salire diritti puntando ad una grossa fessura 5+ (svariati chiodi non buoni ) sostare alla base della fessura ( un chiodo e un friend BD numero 2 ). Salire l’evidente fessura 4+ (svariati chiodi non buoni ) fino ad una grossa terrazza piena di comodi blocchi per sostare. Da qui salire prima su blocchi facili per poi prendere un diedro al centro della parete ( un chiodo ). Salire il diedro fino ad un tettino, superarlo e uscire in placca verso sinistra su un piccolo fessurino 5 sosta su friend.
Vista dall’alto delle placche del passaggio Gianotti
Salire su facili rocce rotte e terreno classico tenendo sempre il filo di cresta, fino ad arrivare alla base di un salto di roccia rossastra ( che porta all’imbocco delle cengia chiamata cravatta e alla base del passaggio Cretier) risalirlo al centro ( NON cercare di aggirare il salto a sinistra per un evidente cengia). Da qui salire su sfasciumi e portarsi al margine sinistro dell’evidente salto di roccia chiamato passaggio Cretier. Salire prima dritti puntando a due chiodi per poi spostarsi a destra e puntano la base dell’evidente diedro 4+ sosta su friend e chiodi. Salire l’evidente diedro di 4 grado fino a giungere una terrazza dove si fa sosta su due chiodi buoni. Da qui salire dritti puntando a destra di un di una grossa roccia sporgente 3 (sosta su friend) da qui risalire l’evidente diedro e superando uno strapiombetto e uscire in cresta 3+ sosta su un chiodo e friend. ATTENZIONE in queste due ultime lunghezze le difficoltà calano ma la qualità della roccia peggiora nettamente.
Da qui puntare al Pic Tyndall (dove ci si ricongiunge con la cresta del Leone) proseguendo su terreno facile con rocce rotte e sfasciumi molto friabili.
Discesa: La discesa si effettua sulla cresta del Leone la via normale Italiana.
In caso di problemi ci si può ricongiungere alla Cresta del Leone passando sulla grossa cengia chiamata “Cravatta” che taglia tutto il versante sud della testa del Pic Tyndall. Attenzione in caso di condizioni secche l’attraversata si effettua su sfasciumi molto instabili.
La Cravatta
Note : Bellissimo itinerario classico di alta montagna, vario e in un ambiente molto selvaggio e magico quale la parete sud del Cervino. La consiglio a tutti coloro che ambiscono a misurarsi con una via più ricercata sulla Gran Becca. Non sottovalutate i passaggi Cretier e Gianotti che offrono una scalata classica ma di grande soddisfazione e non banale.
Relazione Cazzanelli François